Lucio Fontana

artista
Lucio Fontana

Di Lothar Wolleh - www.lothar-wolleh.de, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1354057

1899 / 1968

Rosario di Santa Fè, Argentina / Comabbio, Italia

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La prima relazione transatlantica in ordine di importanza di Lucio Fontana è quella con l’America Latina: con l’Argentina dove è nato, dove ritorna dopo il diploma italiano per lavorare come scultore col padre, vincendo molti concorsi, da cui riparte nel 1927 per frequentare scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove insegna, organizza Altamira, una Escuela libre de artes plàsticas, favorisce la formazione del gruppo che si riconosce nel Manifiesto Blanco e per cui continua a realizzare opere nei decenni successivi, come il Monumento Nacional a la Bandera nella sua città natale.
Quando è in Italia lavora spesso con gli architetti, come Marco Zanuso nella cappella del Pensionato delle Carline, che ha avuto modo di conoscere nelle gallerie d’arte milanesi, e frequentemente per mostre e allestimenti temporanei alla Triennale di Milano, che frequenta dagli anni ‘30 quando collabora con i BBPR alla Casa del sabato per gli sposi e con Figini e Pollini alla Villa studio per un artista. Nella sua opera, che supera la bidimensionalità delle tele, anche solo i celeberrimi tagli, e sperimenta attraverso gli ambienti spaziali, fatti di luce, buio e colore in un ambiente circoscritto, prova una forma di sintesi delle arti, che estende l’esperienza artistica fino a includere l’ambiente circostante.
Dalla fine degli anni ’50 la sua opera è stata presentata più volte al pubblico americano, che non l’ha compresa e apprezzata immediatamente: dopo essere stato incluso in alcune mostre collettive, come Twentieth-Century Italian Art nel 1949 al MoMA, in cui espone le ceramiche, o al La Guardia Memorial House nel 1957 quando viene compreso tra i pittori astratti, e aver fatto parte di una numerosa delegazione di artisti italiani, 136, che nel 1965 viene inviata dal governo italiano per introdurre l’arte italiana e i suoi migliori autori, la sua prima personale è del 1961, presso le Martha Jackson and David Anderson Galleries di New York. Nel 1966 il Walker Art Center di Minneapolis, prima istituzione americana a farlo, gli dedica un’ampia mostra personale focalizzata sulla ricerca spaziale, dove propone un’opera completamente nuova a partire dall’idea di una riedizione dell’Ambiente spaziale a luce nera del 1949.
Un ruolo più riconosciuto ha invece nel disegno e nella realizzazione dei transatlantici che portavano verso gli Stati Uniti: il rapporto inizia nel 1935 quando Fontana vince il concorso bandito da Cosulich (allora Italia Flotte Riunite) per un nuovo manifesto pubblicitario, il cui esito favorevole gli permette di realizzare diverse opere per le compagnie di navigazione, a partire dai quattro rilievi per il Padiglione galleggiante delle compagnie di navigazione italiane all’Esposizione Internazionale di Parigi, disegnato dai BBPR. 
Dopo il 1947 e il rientro in Italia collabora alla decorazione del Conte Grande, con quattro pannelli di ceramica per la hall della galleria di prima classe, con tema il viaggio per mare. Per l’Andrea Doria, invece, completa lidi e piscine di prima classe, classe cabina e classe turistica, disegnate da Giulio Minoletti con i mosaici che rivestono la zona del bar.

Vettori collegati

Gio Ponti

architetto

Conte Grande

allestimento di un transatlantico

The Modern Movement in Italy: Architecture and Design

mostra

Renzo Zavanella

architetto

Società di Navigazione Italia

compagnia di navigazione

Twentieth Century Italian Art

mostra

Andrea Doria

allestimento di un transatlantico

The Museum of Modern Art

museo

Luigi Figini

architetto

Gino Pollini

architetto

Marco Zanuso

Giulio Minoletti

architetto

Triennale di Milano

Fausto Melotti

scultore

Fonti

Valenti, Paola. 2009. Lucio Fontana: in dialogo con lo spazio: opere ambientali e collaborazioni architettoniche (1964-1968). Genova: De Ferrari.
Chilosi, Cecilia. 2002. Mediterraneo, Spagna, Brasile, «I Cavalieri dell’Apocalisse: i quattro pannelli ceramici a bordo del Conte Grande e il contributo di Fontana all’architettura di Nave» in Six wonderful days: un invito al viaggio sulle grandi navi italiane. a cura di Elisa Coppola. Genova: Tormena.

Scheda redatta da: Marta Averna