Sergio Leone

Regista
Sergio Leone

1929-1989

Italia

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persona fisica, cinema

Vero e proprio trait d’union tra il cinema italiano e quello statunitense, Sergio Leone è il principale artefice di un dislocamento geografico e di un’ampia rilettura narrativa e formale che vede interessato il genere nordamericano per eccellenza, quel western movie teso sin dalle sue origini a raccontare la nascita di una nazione attraverso determinati codici e stilemi.

Inizialmente denigrata dal pubblico più affezionato al western classico di John Ford e Howard Hawks ma acclamata dai giovani americani al punto da segnare una nuova generazione di registi, la formula leoniana si inserisce in una complessa e proficua rete di interscambi transatlantici, configurandosi allo stesso tempo come esempio emblematico di una “americanizzazione” che, in tale periodo, investe il cinema italiano.

Figlio di Roberto Roberti (Vincenzo Leone), considerato tra i pionieri del cinema muto in Italia, dalla fine degli anni Quaranta Leone lavora come collaboratore volontario sui set di Carmine Gallone, Alessandro Blasetti e Mario Camerini, ricoprendo in seguito presso Cinecittà il ruolo di assistente regista in produzioni hollywoodiane come Quo vadis? (Mervyn LeRoy, 1951) e Ben-Hur (William Wyler, 1959). Il suo esordio alla regia, Il colosso di Rodi (1961), lo vede impegnato proprio con il peplum, genere storico-mitologico che negli anni Cinquanta e Sessanta occupa sia negli Stati Uniti che in Italia una consistente fetta di mercato per quel che riguarda il film di consumo.

A partire da Per un pugno di dollari (1964), distribuito in America solo nel 1967, il regista romano non si limita a scardinare le formule del Far West filmico, ma a resuscitare e dunque rilanciare il genere stesso in chiave moderna proprio nel momento in cui esso era nel suo paese di nascita prossimo al tramonto. Con quest’opera e con i successivi Per qualche dollaro in più (1965), Il buono, il brutto, il cattivo (1966), C’era una volta il West (1968) e Giù la testa (1971), Leone diventerà icona globale del cosiddetto “spaghetti western”, ossia di una via italiana al genere del tutto slegata alla sintassi del cinema statunitense volta alla decostruzione di un Mito tanto storico quanto ideologico.

Tra gli autori italiani più apprezzati oltreoceano, Leone girerà nel 1984 il suo ultimo film C’era una volta in America, rivoluzionando, attraverso un registro dai connotati epici, un altro genere tipicamente americano come il gangster movie. Questa crime story newyorchese sviluppata lungo un arco temporale che copre più di quarant’anni, nasce, afferma infatti il regista romano, «dal nostro amore per il cinema e la letteratura americana, potrebbe intitolarsi “C’era una volta un certo tipo di cinema” […] un’America rivista attraverso le immagini hollywoodiane che ci avevano affascinato».

Vettori collegati

Western all’italiana

Genere cinematografico

Peplum

Genere cinematografico

Ennio Morricone

Compositore

Cinecittà

Fonti

De Fornari, Oreste. Tutti i film di Sergio Leone. Milano: Ubulibri, 1997.

Eleftheriotis, Dimitris. “Spaghetti Western, Genre Criticism and National Cinema. Re-defining the Frame of Reference”, in Action and Adventure Cinema, ed. by Yvonne Tasker. New York-London: Routledge, 2004.

Fisher, Austin. “Spaghetti Western,” in Directory of World Cinema. Italy, ed. by Louis Bayman, 201-202. Bristol-Chicago: Intellect, 2011.

Uva, Christian. “L’italianizzazione del mito americano nel western di Sergio Leone,” in Forme del mito e cinema americano, a cura di Veronica Pravadelli, 163-171. Roma: Roma TrE-Press, 2019.

Uva, Christian. Sergio Loene. Cinema as Political Fable. Oxford-New York: Oxford University Press, 2020.

Scheda redatta da: Matteo Santandrea