Gamma Uno

CICLO DI FILM
Gamma Uno

1965-1967

Italia-Stati Uniti

scenario
categoria
media
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cinema

Prodotta dalla Mercury Film International per conto della Metro-Goldwyn-Mayer, Gamma Uno è una quadrilogia antologica sci-fi diretta da Antonio Margheriti, già autore di produzioni fantascientifiche come Space Men (1960) e Il pianeta degli uomini spenti (1961). I quattro film della saga – I criminali della galassia (1965), I diafanoidi vengono da Marte (1966), Il pianeta errante (1966) e La morte viene dal pianeta Aytin (1967) – vengono girati contemporaneamente in appena dodici settimane, utilizzando le stesse scenografie e gli stessi oggetti di scena e ricorrendo nella maggior parte delle occasioni ai medesimi interpreti, alcuni dei quali statunitensi.

Lo scopo della major era di creare un nuovo filone made in Italy sulla scia del fortunato ciclo “spaghetti western”, proponendo al pubblico americano opere che, attraverso una rielaborazione low budget e artigianale del modello statunitense, indicassero una via italiana al cinema di fantascienza. È del resto con queste parole che Margheriti, in arte Anthony M. Dawson, esplicita, in un servizio dell’Istituto Luce dedicato proprio alla realizzazione della saga, il suo punto di vista sul genere praticato nei due paesi: «tra il film di fantascienza italiano e il film di fantascienza di produzione classica statunitense la differenza è di costo economico: La guerra dei mondi [The War of the Worlds, Byron Haskin, 1953] ha impegnato gli americani per milioni e milioni di dollari, noi cerchiamo di sopperire con la fantasia e con un nuovo sistema che ci permette di condensare il tempo di ripresa di questi film in tre o quattro settimane al massimo».

La serie, lanciata sul mercato cinematografico statunitense prima dello sfruttamento in quello televisivo per il quale era stata inizialmente commissionata, è inoltre nota per aver anticipato, nel primo film I criminali della galassia, la celebre cascata di sangue nell’iconica sequenza dell’ascensore di The Shining (Shining, 1980). Ma a legare il nome di Margheriti a quello di Stanley Kubrick è piuttosto un episodio avvenuto, stando alle parole del regista romano, durante la fase pre-produttiva di 2001: A Space Odyssey (2001: Odissea nello spazio, 1968), film in cui il design della Stazione Spaziale IV sembrerebbe oltretutto essere ispirato proprio a quello della “Gamma Uno” attorno alla quale ruotano i film della quadrilogia. Il riferimento va alla proposta, rivolta a Margheriti da parte dell’autore newyorchese e in seguito declinata, di seguire gli effetti speciali e di supervisionare la parte creativa affiancando Douglas Trumbull. «Sono un regista che non ama pensare, preferisco fare con le mie mani» spiegherà il cineasta. «Su 2001 si sarebbe trattato di pensare, e poi io sono uno che ci mette molto poco a fare un film. Lì sarei stato nove mesi... è un mondo che non mi appartiene». Si tratta, ad ogni modo, di uno snodo transatlantico che lascia ancora molto spazio alla ricerca.

Il ciclo Gamma Uno, oggi relegato nella bolla del cult cinema, testimonia insomma da un lato quella particolare qualità tecnico-artigianale per cui il film di genere italiano era in quegli anni conosciuto e apprezzato oltreoceano, dall’altro la fattività di un’ampia e ben consolidata rete transatlantica che interessava sistemi produttivi e autori, interpreti e maestranze.

Fonti

Curti, Roberto. Italian Gothic Horror Films, 1957-1969. Jefferson: McFarland & Co., 2015.

Fabris, Angela. Nirvana: la raffigurazione intermediale di un futuro prossimo venturo tra reale e virtuale,” in Kaleidoskop Literatur zur Ästhetik literarischer Texte von Dante bis zur Gegenwart: Festschrift für Cornelia Klettke zum 60. Geburtstag, hg. Sven Thorsten Kilian, Lars Klauke, Cordula Wöbbeking, Sabine Zangenfeind, 711-724. Berlin: Frank & Timme, 2018.

Scheda redatta da: Matteo Santandrea