Angus Davidson

Traduttore, scrittore e editore

1898-1980

Regno Unito, Stati Uniti, Italia

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Un “inglese esperto di cose italiane” (Della Terza 1982), Angus Davidson è considerato da Robin Healey uno tra i dieci maggiori traduttori della letteratura italiana in inglese degli ultimi settanta anni (Healey 2019). Davidson è innanzitutto ricordato in quanto principale traduttore di Alberto Moravia. The Fancy Dress Party, traduzione di La mascherata (1941), pubblicato a Londra nel 1947 e a New York per Farrar, Straus and Young intorno al 1952, segna l’inizio di questa collaborazione, auspicata dagli editori e voluta dallo stesso autore, che considerava Davidson l’unico traduttore per i suoi romanzi (Ó Cuilleanáin 2007). In meno di quarant’anni, Davidson tradusse più di venti testi di Moravia, compreso il suo primo romanzo Gli indifferenti (1929), che, portato negli Stati Uniti nei primi anni Trenta come The Indifferent Ones (E. P. Dutton & Co., 1932), non era stato ben ricevuto a causa del “povero lavoro di traduzione” di Aida Mastrangelo (Healey 2019). La versione di Davidson, The Times of Indifference (Farrar, Straus and Young, 1953), ottiene un buon successo: il recensore del New Yorker dichiara senza riserve che si tratta di un’“eccellente traduzione” («The New Yorker» 1953).

Oltre all’opera di Moravia, Davidson traduce molti altri romanzi dall’italiano, tra questi Le parole sono pietre (1955) di Carlo Levi (Words are stones: impressions of Sicily, Farrar, Straus & Cudahy, 1958), Le sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi – la cui “superba traduzione” ne favorì la diffusione negli Stati Uniti (Keene 1953) - e Tutti i nostri ieri (1952) di Natalia Ginzburg, di cui viene riadattata per i lettori statunitensi la versione pubblicata nel Regno Unito, Dead yesterdays (1956), e cambiato il titolo in A Light for Fools (1957). Grande successo riscuote il primo romanzo di Giuseppe Berto, Il cielo è rosso (1947), The Sky is Red, stampato per New Directions nel 1948, così come La casa della vita (1958) di Mario Praz, pubblicato dalla Oxford University Press nel 1964 con il titolo The House of Life, traduzione lodata da Edmund Wilson che la giudica “una delle migliori mai lette” tanto che, se non fosse per il suo contenuto autobiografico, potrebbe essere erroneamente attribuito a Davidson stesso (Wilson 1965).

 

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Fonti

Della Terza, Dante. «L’immagine dell’Italia nella cultura americana 1942-1952». Belfagor 37, fasc. 5 (1982): 513–31.

Grandelis, Alessandra. "Alberto Moravia e Valentino Bompiani: una storia attraverso il carteggio". Studi Novecenteschi 41, fasc. 88 (2014): 499–529.

Healey, Robin. Italian Literature since 1900 in English Translation: An Annotated Bibliography, 1929-2016. Toronto: University of Toronto Press, 2019.

Keene, Frances. "A No-Account Nephew." The New York Times, 12 luglio 1953.

Ó Cuilleanáin, Cormac. "Christ Stopped at Eboli: Fortunes of an American Translation". In The Voices of Carlo Levi, Joseph Farrell ed., pp. 175-208. Bern: Peter Lang, 2007.

The New Yorker. "Books. Briefly Noted". The New Yorker, 15 agosto 1953.

Wilson, Edmund. "Books. The Genie of the Via Giulia." The New Yorker, 20 febbraio 1965.

Scheda redatta da: Marta Zonca