Giovanni (Gianni) Agnelli

Imprenditore e politico
Giovanni (Gianni) Agnelli

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1921-2003

Torino, Italia

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Nipote omonimo del fondatore della FIAT, Gianni Agnelli si reca per la prima volta negli States alla fine degli anni Trenta, quando visita New York, Los Angeles, e la sede Ford a Detroit. Questa prima esperienza segna il giovane Agnelli che negli anni seguenti manifesta un marcato filoamericanismo, particolarmente evidente nelle politiche di modernizzazione adottate in FIAT, e specialmente dal 1966, quando ne diventa dirigente. Su esempio delle istituzioni culturali promosse da Ford e da Rockefeller, Agnelli costituisce in Italia una Fondazione, intestata al nonno, per la promozione di studi e ricerche nel campo delle scienze sociali e della modernizzazione. Negli anni Cinquanta, il giovane Agnelli stringe rapporti con i Kennedy, ampliando in modo significativo la sua sfera di contatti tra gli esponenti della società internazionale, che già comprendeva David Rockefeller e Henry Kissinger, quest’ultimo consigliere per la Sicurezza nazionale (1969-75) e segretario di Stato degli Stati Uniti (1973-77), ai quali è legato da una profonda amicizia.

In poco tempo, negli Stati Uniti si diffonde l’immagine di Gianni Agnelli quale icona di uno stile italiano, anche grazie a un articolo su Vogue, "Donna Marella and Giovanni Agnelli" (Mulas 1969). Eccentrico, frivolo, amante della “dolce vita” e ambizioso, viene definito “Italy's Henry Ford 2d” (Koshetz 1968). Agnelli è un personaggio poliedrico: da un lato la stampa ne fa oggetto di pettegolezzi e scandali, dall’altro ne loda le doti imprenditoriali e l’impegno a proiettare oltreoceano un’immagine dell’Italia più moderna e internazionale. Punta a quest’ultimo obiettivo rafforzando oltreoceano la posizione della FIAT e servendosi degli scambi con gli Stati Uniti per formare i più giovani dirigenti dell’azienda. Il nome di Agnelli diventa sinonimo della più moderna e lungimirante industria automobilistica italiana. La sua diventa una voce di spicco, tanto che firma anche un articolo del New York Times del 1971, “Questions on Interchange of Goods”, in cui riflette sulla possibilità – remota – che la potenza industriale europea possa imporsi su quella statunitense (Agnelli 1971).

L’Italia e la Torino del dopoguerra sono indissolubilmente legate agli Agnelli e alla FIAT, che segnano in modo significativo anni importanti della storia italiana, ad esempio quelli della migrazione verso il Nord Italia in cerca di lavoro, dei movimenti operai e degli scioperi degli anni Sessanta e Settanta. Tuttavia, questa complessa realtà industriale è rimasta ai margini della letteratura novecentesca. Osservando le opere esportata negli Stati Uniti, sembrano esserne filtrate poche con richiami a queste due ingombranti presenze del panorama italiano, per lo più fugacemente evocate, come in La suora giovane (1959), di Giovanni Arpino, che racconta una storia incalzante sullo sfondo della Torino del 1950, dominata dalle insegne al neon della FIAT (“[...] dò un'occhiata a Torino, distesa oltre il fiume, una fuga ripetuta di lumini in file che si incrociano, schiacciate ai margini della città da tre grosse insegne Fiat che fanno rosso e fumigante il cielo”, Arpino 1959), o in Tra donne sole (1949) di Cesare Pavese che fa accenno ai padri dell’industria – senza peraltro specificarne i nomi – che hanno costruito Torino ("Avevo il vizio di lavorare, di non prendere mai una feria. – Lei è peggio degli industriali padri di famiglia, – mi disse, – ma quelli almeno erano uomini coi baffi e hanno fatto Torino", Pavese 1949). Una piccola, vecchia e malconcia Fiat offre l’ambientazione al romantico viaggio di una coppia di amici tra Francia e Italia (Vivante 1961), mentre una Fiat rossa fiammante è il set di una fittizia scena cinematografica di cui Lillian Ross si avvale per tracciare il profilo del regista Federico Fellini (Ross 1965). È interessante notare che Vogliamo Tutto, che tratta in primo piano della realtà industriale torinese del dopoguerra, pubblicato in Italia nel 1971, arriva negli Stati Uniti con molto ritardo (We Want Everything, 2016). In questo romanzo, Nanni Balestrini riflette, attraverso la voce di un emigrato meridionale, sulle condizioni di lavoro alla FIAT: “Vi avevano fatto credere che la Fiat era la terra promessa che era la California che ci eravamo salvati” (Balestrini 1971). Uno sguardo, quest'ultimo, che avrebbe offerto agli statunitensi una prospettiva più ampia sul fenomeno industriale FIAT, obiettivo ugualmente ricercato dal secondo numero della rivista libertaria e socialista Root & Branch (1971). 

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Fonti

Agnelli, Giovanni. "Questions on Interchange of Goods." The New York Times, 7 febbraio 1971.

Arpino, Giovanni. La suora giovane. [1959] Milano: Garzanti, 1985.


Balestrini, Nanni. Vogliamo tutto: romanzo. Milano: Feltrinelli, 1971.

 

Caracciolo, Lucio. "Henry Kissinger: 'Il mio amico Gianni era un vero atlantista, ma diceva sempre che la Russia sta in Europa'." La Stampa, 25 gennaio 2023.

 

Capote, Truman. "Extreme Magic." Vogue, 15 aprile 1967.

 

Castronovo, Valerio. "Quel filo rosso che lo legò sempre all’America." Il Sole 24 Ore, 10 marzo 2021.

 

Enciclopedia Treccani. "Agnèlli, Giovanni, detto Gianni." Enciclopedia Treccani, consultato 19 settembre 2023. 

 

Hoffman, Paul. "A Bursting Turin Is Looking to Fiat for Help." The New York Times, 28 marzo 1972.

 

Koshetz, Herbert. "Italy’s New International Industrialist." The New York Times, 17 novembre 1968.

 

Lupo, Giuseppe. "È stato un grande interprete della modernità ma non ha avuto cantori letterari." Il Sole 24 Ore, 23 gennaio 2023.

 

Mazzuca, Alberto. Gianni Agnelli in bianco e nero. Milano: Baldini & Castoldi, 2021.

 

Mulas, Ugo. "Donna Marella and Giovanni Agnelli." Vogue, 1 aprile 1969.

 

Pavese, Cesare. Tra donne sole. [1949] Torino: Einaudi, 1998.

 

Platero, Mario Calvo. "Gianni Agnelli e Quella Irresistibile Storia d’arte e d’amore Con New York City." La Voce Di New York, 19 marzo 2021.


Reiser, Vittorio. "Italy: The struggles at Fiat '69." Root & Branch, No. 2 (1971), pp. 11-18.

Root & Branch. "Italy: women in the Fiat factory." Root & Branch, No. 2 (1971), pp. 19-21.

Ross, Lillian. "10 ½: A Profile of Federico Fellini." The New Yorker, 22 ottobre 1965.

The New York Times.  "Gianni Agnelli, Founded Fiat Co." The New York Times, 17 dicembre 1945.

The New York Times. "Key Men in French-Italian Link." The New York Times, 26 ottobre 1968.

The New York Times. "Modern Management Aids Fiat Auto Rise." The New York Times, 2 dicembre 1967.

Vivante, Arturo. 1961. "The Short Cut." The New Yorker, 13 gennaio 1961.

Scheda redatta da: Marta Zonca