Settebello - ETR 300

treno
Settebello - ETR 300

Di Steve J. Morgan, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=67317194

1952 /1984

scenario
categoria
cose
tag
interni

Giulio Minoletti

architetto

Antonia Tomasini

Pittrice

Gio Ponti

architetto

Il treno ETR 300, meglio conosciuto come Settebello, costituisce un esempio paradigmatico del complesso processo che ha investito la produzione italiana a cavallo tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta, dando vita a quel tratto distintivo che – assunto e rielaborato dalla cultura e dal mercato statunitense - viene riconosciuto nel mondo come Italian style. 
Ideato a partire dal 1947 dall’architetto e designer Giulio Minoletti e progettato all’interno del settore tecnico della Società Breda Ferroviaria su mandato delle Ferrovie dello Stato, il Settebello è concepito fin dal principio come un convoglio avveniristico e tecnologicamente all’avanguardia. Pensato per collegare la tratta Milano-Roma in poco meno di 6 ore il Settebello costituisce, prima della costruzione dell’Autostrada del Sole, il più efficiente sistema di collegamento rapido dei centri nevralgici del paese, toccando anche le stazioni di Bologna e Firenze.  Capace di raggiungere punte di velocità di 200 km/h e forte di alcuni primati di dotazione, quali ad esempio la presenza della linea telefonica, il treno suscita certamente lo stupore e l’ammirazione del grande pubblico e della stampa per le sue straordinarie prestazioni. Nondimeno un simile corredo tecnologico è solo parte del complesso e articolato processo di affermazione del Settebello, a livello globale, come icona vincente di un nuovo modo di viaggiare italiano e moderno. Il design rivoluzionario del convoglio, a partire dalla inconfondibile locomotiva dalla inedita forma bombata - caratterizzata dalla cabina di pilotaggio sopraelevata in grado di liberare la testata per l’ambito salotto belvedere - i frontali arrotondati e i passaruota sporgenti, fino agli interni minuziosamente disegnati dallo stesso Minoletti e da Giò Ponti e impreziositi delle opere originali di artisti del calibro di Riccardo Ricas, Santambrogio, Enrico Ciuti, lo stesso Giò Ponti e Antonia Tomasini, conferisce al Settebello una qualità estetica distintiva capace di ricollegarlo immediatamente ad un preciso immaginario collettivo. È l’immaginario, che diverrà stereotipato, dell’Italia glamorous and fashioned rappresentata nelle pellicole cinematografiche hollywoodiane e nelle riviste del tempo, mirabilmente condensato in un solo oggetto. Proprio nella capacità di materializzare nel pubblico internazionale e in particolare americano alcune delle principali aspettative di chi sogna vacanze romane è da ricercarsi uno dei fattori principali del suo successo. Un fattore che, in retrospettiva, appare come il frutto di una serie di azioni orientate alla costruzione di una vera e propria mitologia dell’oggetto da un lato veicolata attraverso una serie di eventi ad hoc e amplificata attraverso un massiccio impiego della grafica pubblicitaria, dall’altra sostenuta dalla stampa d’oltreoceano. 
Per quanto il Settebello susciti immediatamente l’ammirazione e la curiosità del grande pubblico per la straordinaria qualità che riesce ad esprimere in tutte le sue componenti, non altrettanto immediato è il suo successo in termini di fruizione. Il costo elevato del biglietto, di fatto ristretto ad una fascia molto limitata di clientela nazionale, determina alcuni risvolti paradossali: la prima corsa ufficiale del treno avvenuta il 30 Marzo del 1953 conta un totale di venti membri del personale di bordo a fronte di solo sei passeggeri. Le stesse Ferrovie che inizialmente avevano previsto la produzione di otto convogli si limitano inizialmente a due. Tali difficoltà costringono a contingentare le corse settimanali dei due treni ETR 300 allora attivi e limitare la corsa alla sola tratta Milano-Roma, escludendo così la possibilità di estensione fino a Napoli. Anche per ovviare a un segmento di mercato così ridotto tanto le Ferrovie dello Stato quanto la Breda ritengono opportuno orientare le strategie di promozione verso il mercato del turismo straniero insistendo su strumenti e modalità di presentazione del treno che esulano dal suo essere un mero mezzo di trasporto, per quanto efficiente, ma lavorando direttamente su quell’immaginario che vede nell’Italia la culla dell’eleganza e dello stile. Tali strategie si manifestano in modo evidente in occasione dell’inaugurazione del terzo treno avvenuta a Roma nel 1959 dove il nome Settebello, originariamente coniato dagli operai della Breda, viene ufficialmente adottato e riportato insieme alle carte da gioco cui si riferisce sulla fiancata del treno. A questo processo di naming viene fatto corrispondere un evento di presentazione in cui sette modelle sfilano dentro il treno utilizzandone gli ambienti interni come una passerella; modalità questa che si ripeterà coinvolgendo alcune delle più rinomate case di moda dell’epoca quali ad esempio: Gattinoni, Sorelle Fontana, Maison Carosa. Il Settebello attraverso la sua riconoscibilità estetica estrinseca un valore iconico che ben presto lo elegge a oggetto cult da immortalare singolarmente o insieme ad altre espressioni significative del Made in Italy. Anche in quest’ottica si possono inquadrare una serie di immagini pubblicitarie in cui il treno è rappresentato con altri oggetti di produzione italiana, tra cui i frigoriferi Breda prodotti su licenza dell’americana Crosley o le automobili Fiat e sempre in questa cornice può essere letta la sfida organizzata da Quattroruote tra il Settebello e la Giulietta Alfa Romeo nel 1961 largamente seguita dalla stampa internazionale. Al contempo si assiste anche ad un interessante fenomeno di opposta tendenza: per invogliare il mercato nazionale dei businessmen le Ferrovie dello Stato girano alcuni corti cinematografici dal sapore hollywoodiano in cui il Settebello corre con un sottofondo a ritmo di Charleston richiamando un’atmosfera simile a quella delle produzioni cinematografiche d’oltreoceano. 
A testimonianza del successo di tale strategia e della predilezione del mercato americano per questo mezzo di trasporto appaiono nel corso a cavallo tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta una seria di articoli caratterizzati da alcuni riferimenti costanti. La straordinaria qualità dei complementi di arredo e delle opere d’arte originali con cui il treno è allestito, unitamente alla presenza delle hostess e degli interpreti, dell’edicola rifornita delle principali testate internazionali, dello chef in grado di preparare alla carta le migliori specialità e abbinarvi una bottiglia di un vino pregiato, riportano il lettore americano ad un immaginario capace di riunire insieme le migliori qualità dell’Italia. La rivista Vogue dedica al Settebello un primo trafiletto nella rubrica People are talking about proprio nel 1959, concentrandosi sul lusso degli interni e definendolo “a wonder of glass, plastic and clean areonautical lines”. Nel 1964 The New Yorker pubblica Our man on the Settebello, in cui un reporter, entusiasta, mette in evidenza le eccezionali prestazioni del treno, soffermandosi sulla piacevolezza dell’esperienza di viaggio. Grande spazio viene dedicato nell’articolo alla carrozza ristorante e al suo servizio impeccabile del quale si riporta il menù consigliato e il nome dello chef Vitobelli. Questo dettaglio è particolarmente significativo in considerazione del fatto che il nome Settebello verrà adottato da moltissimi ristoranti italiani negli Stati Uniti proprio a partire dagli anni Sessanta a riprova dell’impatto iconico del treno sull’immaginario collettivo americano. Di questo report puntale ed entusiasta è infine interessante rilevare come, a questa data, il treno sia interamente prenotato e abitato da alcune categorie ben precise di utenza: “passengers were mainly businessmen, American tourists and some clergy”. Superata una prima fase di difficoltà nell’affermarsi a livello commerciale ora il Settebello riscuote un pieno successo, divenendo un autentico simbolo del boom economico e affermandosi a livello globale come mezzo privilegiato per un nuovo Grand Tour nel Belpaese. Ancora nel 1972 la rivista Vogue dedica alcuni spot al treno proponendo al lettore l’esperienza sul Settebello come un assaggio di un autentico italian taste. Nell’articolo The Settebello – Beauty on the Right Track ancora una volta il treno viene presentato come il modo migliore per visitare l’Italia e l’accento è posto sui servizi di lusso che il Settebello è in grado di offrire ai propri viaggiatori, tra cui quello parrucheria gestito a bordo dal celebre salone di bellezza romano Femme Sistina e presentato come unico al mondo. Benché siano passati oltre vent’ anni dalla sua prima corsa il mito del Settebello non pare ancora esaurirsi e nel 1974 il treno viene incluso nel circuito TEE – Trans Europe Express, un itinerario europeo di convogli di lusso ad alta velocità atta a ridisegnare una mappa turistica ferroviaria continentale. Ancora una volta troviamo riscontro nella stampa americana in un articolo del 1977 dal titolo Europe's Trains, Inside and Out—A Taster's Choice nel quale, pur non facendo esplicito riferimento al Settebello, si ribadisce come il treno sia il mezzo privilegiato per poter esplorare l’Europa e in particolare l’Italia.  
Nel 1984 il Settebello viene sostituito da altri convogli più veloci sulla tratta Milano-Roma e infine nel 1992 i tre esemplari vengono esclusi dalla programmazione ferroviaria; due mezzi vengono demoliti e il terzo viene riposto in una rimessa presso la stazione di Falconara Marittima. Tuttavia, l’interesse americano verso l’oggetto permane e risulta significativo come alcuni pezzi originali vengano acquistati dal MoMa di New York a testimonianza della golden age del design italiano nel panorama mondiale. La memoria del treno come icona del boom economico e di una stagione irripetibile dell’affermazione dell’Italian style resta così forte che la locomotiva del Settebello viene orgogliosamente esposta nel 2005 in piazza Duomo a Milano e successivamente nasce un progetto di restauro del treno superstite che è pronto al ritorno sui binari per rotte secondarie destinate ancora una volta all’esplorazione turistica della Penisola con un’attenzione particolare al mercato straniero.

Vettori collegati

Antonia Tomasini

Pittrice

Gio Ponti

architetto

Sorelle Fontana

Fashion Designer

Giulio Minoletti

architetto

The Museum of Modern Art

museo

Sorelle Fontana

casa di moda

Vogue US

rivista

Fonti

“L’elettrotreno F.S. serie Etr 300.” Ingegneria Ferroviaria, luglio-agosto1953: 515-546.
Orefice, S. “Etr 300: un salotto su rotaie.” Pirelli, a. VI, n. 2 (1953): 34/36.
Daves, J. “People are talking about.” Vogue, n. 9 (1959)
Bainbridge, J. “Our Man on the Settebello.” The New Yorker, 18 aprile 1964
Mirabella, G. “The Settebello - Beauty on the right track.” Vogue, 159, n. 4 (1972): 16.
Burke, E. “Europe's Trains, Inside and Out—A Taster's Choice.” The New York Times, 7 agosto 1977
Bassi, A. “Giulio Minoletti: gli interni di Giulio Minoletti per i mezzi di trasporto Breda.” Casabella 65, n. 695/696 (2001).
Nascimbene, A. e G. Berto. 2020. ETR 252. ETR 300 e 250. I treni con il Belvedere. Padova: Duegi.
 

Scheda redatta da: Francesco Lenzini