Umberto Nordio, Vittorio Frandoli, Aldo Cervi-Hirsch, Romano Boico

Dopo il trasferimento di Gustavo Pulitzer e Nino Zoncada a Genova, questo gruppo di architetti raccolto attorno a Umberto Nordio, si afferma nella progettazione degli interni navali. Proprio attraverso questa attività stabilisce relazioni internazionali e transatlantiche, facendosi interprete di un pensiero, che è quello anche del gruppo milanese raccolto intorno alla figura di Gio Ponti, per cui le navi dovrebbero essere “anche una manifestazione delle arti del paese” da loro rappresentato.
Ognuno dei quattro componenti offre al gruppo una competenza e un atteggiamento specifico, che trovano un esito felice in un progetto navale caratterizzato dalla semplicità nella scelta e nell’accostamento dei materiali, tradizionali (come legno e ottone) o innovativi (come linoleum, cristallo temperato, formica e gomma) e dall’integrazione fra l’architettura e le altre arti: l’esperienza e il prestigio di Nordio, il più anziano dei quattro, il rigore tecnico di Cervi, le conoscenze acquisite da Frandoli nella falegnameria del padre, che già da molto lavorava per gli interni navali, e il funzionalismo di Boico. 
Oltre alle molte navi dedicate al trasporto passeggeri verso l’Asia e gli altri paesi del Mediterraneo, i quattro architetti ebbero l’occasione di intervenire sul Conte Biancamano e sulla Raffaello, dove si aggiudicano il progetto della sala che univa spazi di soggiorno e per le feste nella classe cabina. Caratterizzata dai colori caldi, bronzo e avorio nei soffitti e nei separé, noce nelle pareti in laminato e rosa nelle sedute, la sala ospitava tra le altre opere un bassorilievo in rame sbalzato e argentato di Marcello Mascherini, l’Allegoria della vita, un arazzo con un Borgo di pescatori, opera di Luigi Spacal.
Umberto Nordio, inoltre, si spese e per la fondazione a Trieste di una scuola per la formazione di maestranze specializzate, che aprì nel 1955 come Istituto statale d’arte per l’arredamento e la decorazione della nave e degli interni, della cui gestione si occupò fino alla morte.

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