La maschera del demonio

film
La maschera del demonio

Creative commons

1960-61

Italia-Stati Uniti

scenario
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media
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cinema

La maschera del demonio (Black Sunday, 1960) è il primo lungometraggio ufficialmente diretto da Mario Bava. Il film, che si può definire un horror gotico, otterrà un successo solo parziale in Italia ma, insperatamente, un grande riscontro nel mercato statunitense. Grazie ad alcuni tagli e accorciamenti di scene, un nuovo doppiaggio, nuove musiche e titoli di testa e coda in inglese nonché il nuovo titolo “Black Sunday”, nel 1961 l’opera di Bava inizierà la sua scalata ai botteghini, arrivando a piazzarsi nelle posizioni più alte, addirittura secondo tra le pellicole più viste.

Il tema inquietante, le atmosfere dark valorizzate da un’ottima fotografia in bianco e nero, il trucco, semplice ma curatissimo e di indiscusso effetto, le scenografie (realizzate a basso budget ma estremamente raffinate), l’iconica “maschera” che dà il titolo al film e, non ultimo, l’innegabile afflato “europeo” della pellicola, hanno fatto si che il pubblico d’oltreoceano ne subisse un particolare fascino. I raffinati movimenti di macchina ideati da Bava, i carrelli in avanti o all’indietro, a volte lenti e sospesi, altre repentini e spiazzanti, i lunghi piani sequenza, i close-up improvvisi, gli “scivolamenti” che coinvolgono letteralmente in una danza ipnotica lo sguardo dello spettatore, e che ancora oggi stupiscono per creatività e maestria, colpirono i primi spettatori americani e un rapido passaparola ne attirò in numero sempre più elevato.

 

Da parte sua l’efficiente macchina pubblicitaria della distribuzione statunitense predispose con grande sapienza un numero notevole di eventi, come contest in costume demoniaco, distribuzione di gadget a tema, biglietti premio destinati agli spettatori di licei e college (il film negli USA fu vietato ai minori di 14 anni ma solo dopo diversi tagli a causa di alcune scene e inquadrature giudicate troppo “truculente” per gli standard dell’epoca). I singoli esercenti si ingegnarono in creatività, arrivando in un caso a realizzare un allestimento con una bara con annesso finto vampiro, ragnatele, luci e suoni spaventosi all’interno della hall di una sala per attirare i teenager dell’epoca, avidi di novità e prontissimi a lasciarsi coinvolgere nell’esperienza orrorifica.

In breve tempo Black Sunday divenne un film cult, e lo è tutt’ora: preso ad esempio ed omaggiato da tanti cineasti, riproposto in numerose rassegne e fatto oggetto di innumerevoli studi, ricerche e analisi di cinema, è un fiore all’occhiello della cinematografia italiana, di genere e non, cui spetta di diritto un posto d’onore nella storia del cinema.

Fonti

BoxOffice (03/04/1961) pag. 2 
BoxOffice (15/05/1961) inserto NC-1 
BoxOffice (15/05/1961) pag. 2 
BoxOffice (22/05/1961) pag. 17
BoxOffice (22/05/1961) pag. 4 

Scheda redatta da: Giada Verdecchia