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Collezione Archivio Paolo Piccione, Genova. Ora in Paolo Piccione, Nino Zoncada, interni navali 1931-1971, GMT Edizioni, Genova, 2007
1898 / 1988
Venezia, Italy
Nino Zoncada, veneziano, si occupa per tutta la sua vita professionale di allestimenti navali, prima a Monfalcone già dalla primavera del 1927, per la Società Triestina di Navigazione Cosulich dove lavora nell’ufficio tecnico del reparto falegnameria ed entra in contatto con i grandi progettisti italiani del settore: i Coppedè, Gustavo Pulitzer-Finali e Arduino Berlam.
Nel 1929 la motonave Victoria apre la strada a un nuovo modo, moderno, di intendere l’allestimento navale, in cui Zoncada si riconosce e trova la propria autonomia e identità di progettista. Dopo la guerra, nel 1948, si sposta come libero professionista a Genova, dove grande era il fermento dovuto alla ricostruzione e alla ripresa delle attività portuali: qui lavora per Costa e per la Italian Lines. Grazie ai suoi primi progetti liguri ottiene l’attenzione di Gio Ponti, che li pubblica su Domus per poi coinvolgerne il progettista nei concorsi per gli allestimenti navali a cui avrebbe partecipato negli anni successivi: il Conte Grande, la Giulio Cesare, il Conte Biancamano, l’Andrea Doria e la Cristoforo Colombo.
Sul Conte Grande, come anche sulla Giulio Cesare, disegna con Gio Ponti molti degli ambienti di prima classe, in un’idea di continuità spaziale e di sperimentazione di nuovi materiali, mentre sull’Andrea Doria guadagna autonomia nel disegno del giardino d’inverno e di un appartamento di lusso, reso prezioso dall’uso dei materiali: noce rigatino, seta plissé nella zona letto e pergamena di capra nel salotto, contrapposti a parti laccate e a mobili in palissandro.
Per Costa disegna in autonomia (e tra le molte altre) la Federico C., celebrata sulle pagine di Interiors. Partecipa inoltre all’allestimento degli ultimi transatlantici, progettando vestiboli e scaloni per la classe cabina e la prima della Leonardo da Vinci e, nel 1965, le aree pubbliche di prima classe della Michelangelo, con la collaborazione di Giulio Carlo Argan nella scelta degli artisti.
In questi interni porta avanti un’idea, condivisa con Ponti, di rappresentatività di questi spazi, espressione delle capacità tecniche e artistiche italiane e di una idea di italianità rinnovata dopo il Ventennio Fascista e la guerra, capace di sintesi armonica le arti, quelle figurative come anche l’architettura, le competenze tecniche e ingegneristiche, di tutti colore che curavano strutture, impianti, sicurezza delle grandi navi, le capacità artigianali e industriali, delle imprese del settore del legno e dell’arredo che vi erano coinvolte. Zoncada lavora anche per società di navigazione private, prima tra tutte la genovese Costa, con cui stabilisce un rapporto privilegiato, e ancora la greca Home Lines: questo gli consente di continuare la propria carriera professionale in questo settore anche al tramonto della navigazione di linea, soppiantata dai più veloci collegamenti aerei. La vicinanza con Ponti e il rapporto diretto con molte imprese nel settore dell’arredo e del complemento gli consentono anche di sviluppare molti progetti di design, spesso esportati verso gli Stati Uniti, attraverso mediatori americani e italiani, come Altamira e Cassina.
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Sources
Piccione, Paolo. 2007. Nino Zoncada. Interni navali. 1931-1971. Genova: GMT Edizioni.
1990. «Transatlantici.» Rassegna. Problemi di architettura dell’ambiente. 44 (4): 4/88.