Louis I. Kahn

architect
Louis I. Kahn

Louis I. Kahn, Foro Mussolini, da Vincent Scully, Louis I. Kahn and the ruins of Rome, engineering and science, 56-2, 5.

1901/1974

Kuressaare, Estonia; New York, NY, USA

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Il periodo che Louis Kahn trascorre a Roma in qualità di architetto residente presso l’American Academy è di gran lunga uno fra gli episodi più studiati e approfonditi nella carriera del progettista statunitense. Un’attenzione, quella riservata alla residenza romana di Kahn, possibile anche grazie alla cura con cui lo stesso architetto ha conservato gran parte della corrispondenza e della documentazione prodotta nel corso del suo breve ma intenso soggiorno. Kahn aveva già visitato l’Italia durante il suo primo viaggio in Europa, a cavallo fra il 1928 e il 1929, restando affascinato dal pittoresco medievale dei suoi paesaggi. Il periodo all’American Academy sarà per Kahn occasione di meditazione e di esplorazione anche oltre i confini della città di Roma: frequenti viaggi, più o meno lunghi, lo condurranno infatti in Egitto e in Grecia, oltre che in alcune delle città più note della penisola. I tre mesi durante i quali Kahn entra contatto con l’ambiente italiano e con la cultura mediterranea sono stati spesso interpretati come un passaggio chiave della sua riflessione sull’architettura. Dei giorni trascorsi a Roma Vincent Scully fornisce una lettura quasi mitica, attribuendo al rapporto fra Kahn e le rovine il valore di un risveglio da quel letargo che aveva seguito gli insegnamenti del maestro Paul Cret, prima, e del futuro socio George Howe, poi. Quest’ultimo, che aveva preceduto Kahn all’AAR e ne aveva caldeggiato l’arrivo, avrebbe visto nella residenza romana del collega il semplice coronamento di una pur ottima, almeno fino ad allora, carriera professionale. Ma la carriera di Kahn, all’indomani del soggiorno romano, vivrà una sorta di seconda vita. Roma, infatti, è il preludio di una rinnovata vena creativa già manifesta nel progetto della Yale Art Gallery, primo progetto realizzato dopo il suo ritorno. Al confronto con le forme pure dell’architettura romana, “le nostre robe sembrano di latta”, scriverà Kahn appena cinque giorni dopo il suo arrivo. Se, come nota Denise Costanzo, il riferimento alle forme pure e alla creazione dello spazio racconta di una solida ortodossia moderna, la fascinazione per la plastica delle murature cui Kahn è sottoposto nei mesi romani determina l’emergere di necessità nuove, specialmente in termini espressivi. Attraverso il medium della rovina, Kahn condurrà le sue strutture murarie verso un progressivo e sempre maggiore assottigliamento; allo stesso tempo, come sottolineerà James Ackerman, l’esperienza dello scavo archeologico produrrà quell’attrazione verso lo scavo e la cavità, due temi di primo piano nello sviluppo della futura poetica kahniana.

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Aldo Giurgola

architect

The American Academy in Rome

US cultural centre

Sources

Scully, Vincent. «Louis I. Kahn and the Ruins of Rome.» Engineering and Science 56, n. 2 (1993): 2-13.

Author Filippo De Dominicis