Robin and the Seven Hoods

Film
Robin and the Seven Hoods

Warner Bros

1964

United States

scenario
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media
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cinema

Musical parodistico della malavita italoamericana ispirato alla vicenda di Robin Hood, I 4 di Chicago (Robin and the Seven Hoods, 1964) è un film diretto da Gordon Douglas con protagonisti i membri del Rat Pack (Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr.), Bing Crosby e Peter Falk. Prodotto dalla Warner Bros in compartecipazione con lo stesso Sinatra, il film lanciò il successo della canzone My Kind of Town (composta da Jimmy Van Heusen e Sammy Cahn, e cantata da Sinatra) che valse al brano la candidatura all’Oscar e la conquista di un Grammy per la migliore canzone originale, raggiungendo poi una fama indipendente dal film.

L’operazione filmica unisce le risorse del titano hollywoodiano con la visione e i contatti artistici di Sinatra, vera e propria firma autoriale e produttiva del film, per realizzare un musical ad alto budget dall’immaginario tipicamente italoamericano, brillantemente sceneggiato e ricco di production number (sequenze di canto e danza che coinvolgono parte o tutto il cast). Dopo i parziali insuccessi di altri musical guidati da Sinatra, I 4 di Chicago è un successo di boxoffice e critica, che allegorizza l’ascesa e il capitale culturale di Sinatra e la sua “banda” di performer. Le riprese, iniziate nell’autunno del 1963, videro una parziale interruzione a causa dell’assassinio del presidente Kennedy, grande amico di Sinatra, che dopo una prima interruzione delle riprese, riuscì a portare avanti la produzione ripristinando il clima scanzonato che permea tutta la pellicola.    

Con Sinatra nei panni di “Robbo”, Martin e Davis rispettivamente in quelli di “Little John” e “Will Scarlet”, il film riprende il tema della guerra fra bande nella Chicago proibizionista e lo trasforma in una brillante commedia musicale. Dopo che il padrino della città Big Jim (interpretato da Edward Robinson, già noto per il ruolo di “Little Caesar” nell’omonimo gangster film di LeRoy) viene ucciso a tradimento, il malavitoso bianco Guy Gisborne (Peter Falk) impone la propria leadership nella scena criminale. Questo porta allo scontro tra la banda italoamericana di Gisborne e quella “interraziale” di Robbo. Durante il conflitto, caratterizzato da sfide, sotterfugi e sparizioni, Robbo la spunta, diventando un eroe locale dopo che una donazione caritatevole di fondi sottratti alla mafia viene fatta risalire a lui.

Il film incarna la quintessenza del Rat Pack, ensemble espressione della “zona di contatto” fra cultura black e italoamericana che proprio nel contesto della cultura pop trae la sua forza vitale. Oltre a celebrare il successo di Sinatra come “artist leader”, in diverse scene viene enfatizzata la complicità comica e umana fra Sinatra e Davis, ognuno dei quali brilla per personalità e talento performativo. Se Davis è protagonista di Bang! Bang!, un iconico production number che lo porta a distruggere il locale clandestino di Guy danzando a colpi di mitra, a Sinatra è dedicata l’altra scena madre ambientata all’uscita del tribunale dove, sulle note di My Kind of Town, si celebra la riabilitazione sociale di Sinatra/Robbo e l’amore per il popolo che ne sostiene l’autoaffermazione. La coralità della scena, dove diverse persone plaudono il gangster sulle scalinate del palazzo, evidenzia infatti una composizione multietnica, con due poliziotti neri che danzano al fianco della star italoamericana. Così la scena esemplifica, rievocando le parole di John Gennari, la parabola umana di Sinatra come «a formidable figure in the interracial American imagination owing to his narrative as a racial/ethnic outsider who becomes the ultimate American insider».

Il gangsterismo glamour di Sinatra, evocato a più riprese nella storia del rap afroamericano, raggiunge proprio in questo film un’eccellente sintesi iconografica. Oltre a sfoggiare con grande savoir faire e ostentata sicurezza una serie di capi classici richiamanti sia l’immaginario del paladino di Sherwood che quello di Capone e del Piccolo Cesare, in Style, Sinatra e Dean duettano all’interno di una dressing room insieme al nuovo arrivato della banda Allen Dale (interpretato dal titano Bing Crosby) alla ricerca di un abbigliamento in linea con lo stile di Robbo e i suoi. Oltre che di una scena magistralmente diretta, si tratta di un episodio doppiamente simbolico. Da un lato si celebra l’eleganza e la sofisticatezza dell’italian style, di cui Sinatra è certamente emblema e ambasciatore in America. Dall’altro si evidenzia la linea di continuità (e forse l’avvenuto passaggio di testimone) fra Crosby, primo grande crooner americano e pop star statunitense, e Sinatra, nuovo song leader che carica di italianità e sofisticatezza la scena musicale postbellica.

I quattro di Chicago è l’ultimo musical di Sinatra, e probabilmente la sua produzione filmica più riuscita. Alla sua uscita il film riceve numerosi plausi sulle principali testate di cinema. L’«Hollywood Reporter» lo definisce «better than their predecessors… because the stars work harder». Richard Oulahan su «Life» eleva il film alla vetta delle produzioni filmiche del “clan” Sinatra (paragonato, esplicitamente, a quello di Al Capone): «With this off-gait, off-beat film, Sinatra and his Clan have finally made their point». Per la grande performatività delle star espressa sulla scena, e il merito di aver scommesso (con successo) su un genere tipicamente americano che sembrava definitivamente dismesso nel panorama degli anni Sessanta, Tim Knight afferma in ultima analisi che: «Sinatra proved that great movie traditions can endure through changing times; the basic appeal of theatrical entertainment remains the same. Great jokes, songs, and dancing, he knew, would never go out of style».           

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Frank Sinatra

Actor/Singer

Dean Martin

Actor/Singer

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Sources

Tim, Knight (2010), Sinatra: Hollywood his way, Filadelfia e Londra: Running Press, pp. 246-53.

Richard, Oulahan (1964), “Sinatra Rolls a Lucky Seven”, «Life», 24 Luglio, p. 11.

Gennari J. (2017). Flavor and Soul: Italian America at Its African American Edge, Chicago: University of Chicago Press.

Author Giuseppe Gatti