Raffaello

Ocean liner setting
Raffaello

https://www.michelangelo-raffaello.com

1958 / 1982

Genova, Italia; Bushehr, Iran

scenario
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interiors

Attilio and Emilio Lapadula

architects

Umberto Nordio, Vittorio Frandoli, Aldo Cervi-Hirsch, Romano Boico

architects

Michele e Giancarlo Busiri Vici

architects

Anche a seguito di forti pressioni dei sindacati, che volevano tutelare e implementare il lavoro dei cantieri navali, la Società Italia di Navigazione cominciò nel 1958 la realizzazione di due grandi transatlantici, la Michelangelo e la Raffaello. Varati nel 1962, quando ormai il trasporto aereo aveva surclassato quello marittimo, i due transatlantici vennero faticosamente adattati ad un uso turistico, reso difficile dalla scansione dei loro interni in tre classi ben divise. Per promuoverne l’uso furono messi in campo molti strumenti, oltre alle campagne pubblicitarie: nel 1969 negli spazi di entrambe le navi venne girato il film Amore mio aiutami, presentato al pubblico dallo stesso Alberto Sordi proprio nel cinema della Michelangelo.
Il disegno di entrambi i transatlantici presentava alcuni aspetti innovativi, come la presenza dei fumaioli a traliccio, studiati e testati nella galleria del vento del Politecnico di Torino, il design particolarmente slanciato dello scafo e la qualità dei ponti scoperti, dove erano presenti sei piscine riscaldate nelle giornate più fredde, pensate come simbolo della rotta del sole che la nave percorreva.

Gli interni vennero affidati a due gruppi di professionisti diversi: sulla Raffaello lavorarono Attilio ed Emilio La Padula, cui si deve il carattere più decorativo degli interni, caratterizzato dalla ripetizione degli elementi di illuminazione formati da cerchi doppi in metalli che fermavano canne di vetro bianche e oro unite da tiranti in metallo, capaci di dare un effetto di grande unità e continuità agli spazi. La presenza delle opere d’arte, quasi tutte di impronta astratta, era particolarmente forte, come testimoniano i 22 arazzi che foderavano il bar. Le sale comuni potevano essere variamente dimensionate grazie a pannelli mobili, che consentivano usi diversi degli spazi, a seconda dell’impiego della nave per il trasporto passeggeri o per le crociere, come testimoniano le salette da pranzo intercambiabili, che potevano essere usate come spazi privati o per mettere in comunicazione le due sale da pranzo principali.
Sulla Raffaello Michele e Giancarlo Busiri Vici esordirono nel progetto navale e realizzarono i vestiboli delle due classi superiori e le sale da pranzo di tutte le classi, caratterizzati dalla presenza di colonne e dalla loro relazione di continuità col soffitto, tre vele in quello di classe cabina, che ne riprendevano il colore bianco.
Collaborarono alla realizzazione del transatlantico anche alcuni dei progettisti storicamente legati al progetto navale, come i triestini Aldo Cervi, Vittorio Frandoli e Umberto Nordio, autori della sala di soggiorno e di quella delle feste della classe cabina, unite da un tendaggio continuo che foderava le pareti a murata.
La grande attenzione progettuale e l’esito felice dei progetti non determinano la loro riuscita economica e il potenziamento del loro ruolo di ambasciatori culturali e turistici dell’Italia, nonostante il racconto dei loro passeggeri ricordi un’esperienza eccezionale per la qualità degli spazi, nonostante la scansione in classi, e delle attività proposte, che li sedimenta comunque nella memoria collettiva come simbolo di una attitudine al bello tutta italiana.

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"Flagships three"

Interiors, 7/1966

Società di Navigazione Italia

passenger shipping line

Attilio and Emilio Lapadula

architects

Umberto Nordio, Vittorio Frandoli, Aldo Cervi-Hirsch, Romano Boico

architects

Media gallery

Sources

Bet, Adriano, Bonfiglioli, Roberto and Giorgio Roncagliolo, eds. 1969. L'arte a bordo della T/N Michelangelo e della T/N Raffaello. Genova: Italia Navigazione.
Eliseo, Maurizio and Paolo Piccione, eds. 2002. Transatlantici. Storia delle grandi navi passeggeri italiane. Genova: Tormena Editore.

Author Marta Averna