Giulio Coltellacci

Art director
Giulio Coltellacci

1916-1983

Italy-United States

scenario
category
parties
tag
people, cinema, interiors

Scenografo e costumista teatrale e cinematografico, ma anche pittore, illustratore e occasionalmente attore, Giulio Coltellacci ha lasciato un’impronta significativa nei diversi territori dello spettacolo italiano esportato in America.

Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, dedicandosi al disegno e alla modellazione presso lo studio di Ernesto Vighi, Coltellacci si avvicinò anche agli studi di architettura, senza terminarli. Grazie a questa formazione composita e alla passione per il teatro, dal 1945 Coltellacci avviò un fortunato sodalizio con Guido Salvini come scenografo e costumista teatrale, per poi trasferirsi a Parigi e lavorare alla rivista Vogue come illustratore. A Coltellacci, infatti, si deve la prima copertina post-bellica dell’edizione francese che rimarrà una delle sue opere più iconiche e rappresentative.

Pur collaborando con le principali produzioni teatrali italiane, in particolare con i fortunati musical diretti da Garinei e Giovannini, è dagli anni Cinquanta che l’influenza creativa di Coltellacci si afferma anche oltreoceano. Coltellacci diventa il costumista di scena di numerose star della Hollywood sul Tevere e un esponente della così detta “Astrazione spaziale plastico-cromatica”, corrente scenografica definita da Prampolini la più moderna rielaborazione dei linguaggi delle avanguardie storiche che fra gli altri raccoglie Balla, Depero e lo stesso Prampolini. Lo stile di Coltellacci infatti ha sempre proposto una rilettura moderna e cosmopolita del repertorio italiano. Questo si traduce in costumi, scene ed elementi visuali che prevedono il gioco di pieni e di vuoti, contrasti cromatici e citazionismi con rimandi all’astrattismo e il surrealismo.

Fra i suoi lavori più significativi per il mercato statunitense ricordiamo i costumi del peplum Le fatiche di Hercules (Francisi, 1962), la commedia Casanova ’70 (Monicelli, 1965) e lo sci-fi all’italiana La decima vittima (Petri, 1965), dove collabora con lo studio delle Sorelle Fontana per la realizzazione di innovativi abiti dalle forme e i materiali d’avanguardia. In linea con la poetica dell’autore, i costumi dialogano virtuosamente con gli ambienti e gli oggetti d’arredo “avant-pop” progettati da Piero Poletto e Alberto Biasi, creando un’efficace “staccato” con le architetture e le rovine della Roma antica. Il film è fra i più fortunati della distribuzione italiana in America e, oltre a divenire un classico della fantascienza, è il maggiore esempio dell’impatto che lo “stile Coltellacci” esercita nella cultura visuale americana degli anni Sessanta. Dopo una occasionale partecipazione attoriale in Questa volta parliamo di uomini di Lina Wertmuller (1965), ancora in qualità di scenografo firmò l’Ulisse (Camerini, 1954), Metti una sera a cena (Patroni Griffi, 1967) tratto dal fortunato musical, e come costumista in C’era una volta (Rosi, 1967), co-produzione Ponti/MGM in cui vestì Sophia Loren e ripropose la collaborazione virtuosa con Piero Poletto. Coltellacci si dedicò ancora al cinema di genere con i costumi per Anita Pallenberg nel classico Barbarella (Vadim, 1968), in cui Coltellacci insieme a Gabriele Mayer subentrò a Jacques Fonteray in corso d’opera non venendo accreditato, e per il Diabolik (Bava, 1968).

Segno della presenza transatlantica dell’autore sono i tour internazionali e le diverse esposizioni ospitate negli Stati Uniti come artista e illustratore contemporaneo. Nel 1957 a Coltellacci è dedicata una personale presso la Sagittaria Art Gallery di New York, dove si presentano dipinti con progetti di “architetture fantastiche”, a cui seguono, sempre a New York, una serie di esposizioni curate insieme all’architetto Paolo Tommasi presso la Bianchini Gallery. Pari fortuna negli States ebbero le sue scelte d’arredo. Coltellacci arredò diversi appartamenti newyorkesi, mentre nel 1966 incrociò la carriera di Marcello Mastroianni arredando con particolare eclettismo e sfarzo il suo camerino presso il teatro Sistina durante le recite di Ciao Rudy (1966).

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Marcello Mastroianni

actor

Carlo Ponti

producer

The Tenth Victim

Film

Media gallery

Sources

Vittoria Crespi Morbio, Coltellacci. Teatro Cinema Pittura, Step Editrice, Parma, 2017.

Enrico Prampolini, Lineamenti di scenografia italiana dal Rinascimento a oggi, Bestetti, Roma 1950, p. 13.

Author Giuseppe Gatti