The Adventure

Film
The Adventure

1960-61

Italy-United States

scenario
category
media
tag
cinema

Michelangelo Antonioni

Director

Monica Vitti

Actress

Considerato una pietra miliare del cinema moderno, L’avventura consacra il sodalizio fra Michelangelo Antonioni e Monica Vitti nel panorama cinematografico internazionale e, insieme a La dolce vita di Fellini, lancia nel nuovo continente l’art cinema italiano. Il film cattura l’attenzione statunitense per il singolare sviluppo narrativo e la ricercatezza figurativa che maturerà con la fortunata esportazione de La notte (1961) e L’eclisse (1962), accompagnata alla ridistribuzione e lo studio critico in ambito americano dell’intera filmografia del regista ferrarese.

La vicenda racconta della scomparsa di Anna (Lea Massari), una giovane donna approdata insieme a un gruppo di amici dell’alta borghesia su un isolotto deserto nell’arcipelago delle Eolie. Il compagno Sandro (Gabriele Ferzetti) e l’amica Claudia (Monica Vitti) si mettono alla ricerca della donna scoprendo una reciproca attrazione che li porterà – insieme agli spettatori del film – a lasciare insoluto il mistero della scomparsa di Anna e avviare una travagliata storia d’amore che rispecchierà la reciproca inadeguatezza esistenziale.     

Dopo il Premio della giuria al Festival di Cannes e il successo al botteghino, il film viene distribuito in America da Janus Film nel marzo 1961, ottenendo un grande successo di critica, specialmente nel panorama d’avanguardia e indipendente. Ritagliandosi spazio sull’Harrison Report (rivista per esercenti indipendenti), L’avventura viene candidato come miglior film straniero al New York Film Critics Circle Awards, mentre il discorso di premiazione del regista a Cannes viene tradotto e inserito nel 1962 in un numero di Film Culture, altra rivista di riferimento della critica indipendente statunitense.

In linea con la poetica antonioniana, il film utilizza spazi naturali tipicamente italiani e architetture moderne per tratteggiare stati d’animo e sentimenti umani, prediligendo la composizione figurativa ai dialoghi. Insieme allo scenografo Piero Poletto, che curerà gli ambienti di altri film iconici per la penetrazione dell’immaginario italiano in America, Antonioni inquadra le strade fascinose e a tratti sinistre di località marittime come Noto e Taormina, combinando i paesaggi emotivi dei personaggi con quelli moderni, e talvolta asettici, della città italiana. Le musiche di Giovanni Fusco, dai tratti sincopati che lasciano poi spazio a composizioni più diradate, contribuiscono a creare questa atmosfera, mentre i costumi, affidati alla stilista Adriana Berselli, portano all’attenzione americana il peculiare uso espressivo della moda del regista estense, già avviato nell’esemplare collaborazione con l’atelier fontana ne Le amiche (1957), film che verrà “riscoperto” dalla critica proprio dopo il successo de L’avventura.        

Dopo aver assistito alla proiezione del film al Beekam Theatre nell’aprile 1961, Bosley Crowther descriverà sulle pagine del New York Times la sua “sconvolgente” esperienza spettatoriale: “Just when it seems to be beginning to make a dramatic point or to develop a line of continuity that will crystallize into some sense, it will jump into a random situation that appears as if it might be due perhaps three reels later and never explain what has been omitted. At least, that's how it strikes us.” Interrogandosi sulle radicali scelte registiche del film, il Times e altri quotidiani dell’epoca ne riconoscono l’eccezionale qualità figurativa e insieme intellettuale, promossa anche dalla performance di Monica Vitti, che da lì in poi diverrà una star internazionale.

Oltre ai numerosi studi e retrospettive dedicate al film, nel 2002 Martin Scorsese ricorda lo shock seguito alla proiezione newyorkese de L’avventura, preferendolo il film ad altri “esportatori” del cinema moderno europeo in America come Senza respiro di Godard, Hiroshima, mon amour di Resnais e la La dolce vita di Fellini. Ma Scorsese esalta l’innovazione del film di Antonioni anche rispetto al celebre plot-twist di Psycho (Hitchcock, 1960), che sconvolse il pubblico americano dell’epoca pur senza rinunciare alla soluzione del mistero.
“While Hitchcock showed us what happened to Janet Leigh in Psycho”, ricorda il regista italoamericano, “Michelangelo Antonioni never explained what had happened to Massari’s Anna […] Antonioni made us aware of something quite strange and uncomfortable, something that had never been seen in movies.”  

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Monica Vitti

Actress

Michelangelo Antonioni

Director

Piero Poletto

Art director

Michelangelo Antonioni

Director

Sources

Bosley Crowther, “Screen: 'L'Avventura':Film by Michelangelo Antonioni Opens”, The New York Times, April 5, 1961, https://www.nytimes.com/1961/04/05/archives/screen-lavventurafilm-by-michelangelo-antonioni-opens.html

Anon, “L’avventura” (“The Adventure”), Harrison Reports, June 10, 1961: 90-91.

Martin Scorsese, "The Man Who Set the Film Free", The New York Times, August 12, 2007, https://www.nytimes.com/2007/08/12/movies/12scor.html

Author Giuseppe Gatti