Pietro Germi

Regista e sceneggiatore, nonché attore e produttore cinematografico, Pietro Germi è stato fra i protagonisti del cinema italiano del dopoguerra e del suo successo americano grazie a film come Divorzio all'Italiana (Divorce - Italian Style, 1961), premio Oscar per la miglior sceneggiatura nel 1963 e ispiratore del termine "commedia all'italiana" (Italian-style comedy) che identificherà questo genere nel mercato americano.  Con uno stile di regia che racconterà le idiosincrasie del meridione con modernità e autorialità, Germi diventa un artista di punta della Embassy Picture e United Artists, collaborando con imprenditori dell'industria cinematografica come Franco Cristaldi, Dino De Laurentiis, Robert Haggiag.

Diplomatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia, Germi esordisce come regista, sceneggiatore e attore negli anni Quaranta, dedicandosi ai drammi sociali di stampo neorealista per poi virare sul noir e la commedia sentimentale a sfondo sociale che caratterizzerà i suoi film esportati negli Stati Uniti.

In particolare Germi è responsabile di una prima traduzione dell'immaginario regionalista siciliano in una forma cinematograficamente moderna e di genere. Con In nome della legge del 1948, Germi è infatti il primo regista italiano a portare sul grande schermo l'immaginario della mafia siciliana con una storia dalle tinte western che, seppur non esportata negli Stati Uniti, apre di fatto la strada a quel filone cinematografico che vedrà nel Padrino di Francis F. Coppola il suo canone compiuto. 

Dopo aver firmato il primo poliziesco all'italiana con Un maledetto imbroglio (1958), il successo americano di Germi giunge con Divorzio all'italiana (1962), commedia sentimentale incentrata sul delitto d'onore con protagonista Marcello Mastroianni, che ottiene il premio Oscar alla miglior sceneggiatura originale nel 1963. Il film, distribuito dalla Embassy Pictures di Joseph Levine diventa un titolo di prestigio della società statunitense che celebra il premio con numerosi inserzioni nei principali trade magazine americani. Sulla scorta del successo di Divorzio all'italiana, Sedotta e abbandonata ruota sul tema, consonante e opposto, del "matrimonio riparatore" raccontando al pubblico americano un'altra tragicommedia sulle contraddizioni della legislazione e dei costumi italiani che conquista il secondo posto come miglior film straniero al New York Film Critics Circle Awards del 1964. Con l'aiuto di Franco Cristaldi che aveva già sperimentato la strategia produttiva con Visconti e Fellini, Germi insieme allo sceneggiatore Luciano Vincenzoni costituiscono una società ad hoc per il film, la RPA, che successivamente servirà anche per la produzione di Signore e Signori, in associazione col distributore Robert Haggiag della United Artists che vinse la Palma D'oro al Festival di Cannes. La collaborazione fra Germi e United Artists continuerà anche con L'Immorale (1961) che riceve la candidature ai Golden Globe come miglior film straniero e miglior attore a Ugo Tognazzi.  

Nel 1970, con l'uscita americana di Serafino interpretato dall'astro nascente Adriano Celentano, il New York Times parla del film come l'opera di "an estabilshed artists who has earned a long mantained pedestal status with us". La particolare vena tragicomica che caratterizza il "Germi-style" viene ripercorsa da un corposo articolo che ripercorre i maggiori successi americani del regista siciliano, attestandone l'indubbia consistenza stilistica e la ricezione nel pubblico americano. 

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• New York Magazine's article on Pietro Germi's "Serafino"