Roman Holyday

film
Roman Holyday

Pubblico dominio

1952-1954

Rome, Italy

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cinema

Cinecittà Studios

Ispirato alla fuga d'amore in Italia fra la principessa Margaret d'Inghilterra e il colonnello britannico Peter Townsend, il film racconta l'incontro fra una principessa in cerca d’evasione (Audrey Hepburn) e un giornalista americano (Gregory Peck) che tenta di approfittarsi di lei, in una storia che rilegge al contrario la nota favola di Cenerentola. William Wyler racconta una Roma in bilico fra folklore popolare e modernità, ieraticità monumentale e frenesia sociale, avviando negli Stati Uniti un vero e proprio topos – quello del “viaggio in Italia” - che proseguirà con altri film-cartolina della città Eterna come Three Coins in a Fountain (Tre soldi nella fontana, Negulesco, 1954), Arrivederci Roma (Seven Hills of Rome, Rowland, 1957) e Roman Adventure (Daves, 1962). Una cornice discorsiva inaugurata con Viaggio in Italia (1954) di Rossellini e amplificata in chiave glamour con La dolce vita (1960) di Federico Fellini e, in tempi recenti, riattualizzato da film come To Rome With Love (2012) di Woody Allen.   

Il film, prodotto dalla Paramount Picture al costo di 1,5 milioni di dollari e girato interamente fra il centro di Roma e gli studi di Cinecittà nell'estate 1952, vince tre premi Oscar e riceve altre sette candidature (fra cui quella per la miglior regia). Uscito nelle sale statunitensi nell'agosto 1953, Roman Holiday registra un notevole successo di critica e pubblico, ricevendo una copertura nelle principali testate americane e incassando in tutto il mondo circa 12 milioni di dollari.

 

Fra le sequenze più celebri, quella della visita alla Bocca della Verità (dove Peck si cimenta nel rituale inserimento della mano all’interno delle fauci del mascherone) e l’iconica gita a bordo della Vespa Piaggio – simbolo della dinamicità dell’Italia del boom - fra le strade acciottolate del centro di Roma.

 

Vacanze romane afferma Audrey Hepburn come attrice e icona della moda internazionale. Grazie alle foto di scena curate dall'italiano Augusto di Giovanni e al sodalizio con lo Studio Fontana, l'immagine di Hepburn si legò infatti a quella dell'Italia moderna. Scrive di lei la rivista Photoplay nel 1953: «Magnificent Misfit: Cal hereby declares a "Roman Holiday" to shout the praise of this charming picture. It isn't 3-D, wide screen, or in Technicolor, but now we know why every Hollywood star was so curious about Audrey Hepburn! So help us, several studios snubbed this new cinema enchantress because she lacks classic beauty and her teeth aren't perfectly shaped. Director William Wyler was merely searching for talent and, oh brother, he really found it!».

Il film consacra inoltre la fama internazionale della Vespa Piaggio come icona di un’Italia moderna e rampante. L'immagine di Audrey Hepburn e Gregory Peck a bordo del modello Vespa 125cc mod. 51 mentre sfrecciano intorno al Colosseo è ancora oggi un'immagine iconica dello stile di vita moderno tipico dell'Italia del dopoguerra, tanto da essere evocato in numerose espressioni della cultura visuale contemporanea non per ultimo in Luca (Casarosa, 2021), lungometraggio Pixar che celebra l’italianità della Vespa ambientando la storia in una cittadina ligure di fine anni Cinquanta. 

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Cinecittà Studios

“A princess goes on a spree”

Life (8/1953)

Sources

Mary Ann McDonald, Carolan, The Transatlantic Gaze: Italian Cinema, American Film, New York: Suny Press, 2014.

Peter, Bondanella, The Italian Cinema Book, New York: Palgrave MacMillan, 2014.

Emiliano, Morreale, I film della dolce vita. Cinema d'autore degli anni Sessanta, Roma: Dino Audino, 2021.

Author Giuseppe Gatti