Gino Sarfatti

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Gino Sarfatti

Di Mauroballotta - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48168409

1912/1985

Venezia, Griante, Italy

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Designer e imprenditore, con una formazione in ingegneria aeronautica (presso l’Università di Genova), Gino Sarfatti (Venezia, 1912 - Griante, 1985) è riconosciuto internazionalmente per le innovazioni apportate nel settore dell’illuminotecnica made in Italy. Il suo pionieristico contributo al campo del light design inizia dalla collaborazione con Lumen (per cui apre un proprio laboratorio, riportando sulla carta da lettere l’espressione “Gino Sarfatti – Illuminazione razionale”). Nel 1939 fonda a Milano, insieme a Maurizio Tempestini, il marchio di lampade e arredi Arteluce – il cui nome poneva l’accento sul carattere artistico della ditta, fucina di nuove idee e innovazioni applicate alle lampade (come l’uso di saliscendi, snodi e materiali semilavorati, come fili elettrici plastificati, trasformatori e neon, non più occultati ma lasciati in vista, cioè utilizzati come elementi compositivi). Anche grazie alle collaborazioni con alcuni tra i più talentuosi designer italiani dell’epoca (come Franco Albini, Lodovico Belgioioso, Enrico Peressuti, Vittoriano Viganò, Massimo Vignelli, Max Huber e Giotto Stoppino, tra gli altri), Arteluce diventa uno dei più importanti riferimenti nella produzione di lampade a livello internazionale. La ditta rimane attiva fino al 1973, quando Gino Sarfatti chiude la sua esperienza imprenditoriale. In questa data cede l’azienda e tutti i relativi diritti a Flos, e chiude anche il marchio ArCon (Arredamento Contemporaneo), specializzato nel commercio di arredi prodotti dai maggiori produttori del made in Italy, che aveva fondato nel 1950 a Roma. 

La distribuzione dei prodotti di Arteluce nel contesto americano ha reso le opere realizzate attraverso la guida di Sarfatti un fondamentale contribuito nella presentazione e promozione del design italiano, e in particolare degli speciali legami che al suo interno si sviluppano tra arte e tecnica, tra sperimentazione e produzione, e tra luce e spazio. A questa missione partecipano però anche altri fattori, tra cui il coinvolgimento della ditta nell’allestimento di importanti transatlantici italiani (del 1945 è la fornitura per il Conte Biancamano, del 1964 quelle di Michelangelo e Raffaello). Ruolo strategico ha avuto anche la collaborazione tra Gino Sarfatti e Lightolier, che dal 1963 inizia a produrre a New York alcuni pezzi del designer italiano, facilitando la loro distribuzione soprattutto nei negozi di illuminazione e nei centri commerciali statunitensi. Le opere di Sarfatti hanno beneficiato anche di una promozione avvenuta in ambito espressamente espositivo: già nel 1950 alcuni modelli erano stati esibiti all’interno della mostra MUSA, Italy at Work: Her Renaissance in Design Today a Chicago, e negli anni successivi vengono inclusi in varie mostre organizzate dal Museum of Modern Art di New York (tra cui The Modern Movement in Italy: Architecture and Design nel 1954, e Italy: The New Domestic Landscape nel 1972). (NOTA: AGGIUNGERE LINK A RELATIVE SCHEDE). Molte tra le opere di Sarfatti sono oggi conservate nelle collezioni dei principali musei di arte moderna e design in America. 

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Lightolier

lighting enterprise

Chandeliers

Arteluce

lighting enterprise

Sources

George O’Brien, “Italians Influential in Design of Lamps”, The New York Times, February 11, 1964. 

Marco Romanelli, Sandra Severi, Gino Sarfatti: Selected Works 1938-1973, Silvana Ed., Milan 2012. 

Cindi Strauss, Gino Sarfatti, in Sarah Schleuning, Cindi Strauss (ed.), Electrifying Design. A Century of Lighting, Yale University Press, New Heaven & London 2021, pp. 133-142. 

Author Elena Montanari